Questo sabato, in ritardo rispetto alla nostra tabella di marcia, per problemi legati al mio rientro in presenza a scuola, pubblichiamo una lettura della nostra collega e amica Angela Fraticelli da La Peste di Albert Camus.
La prof. Fraticelli, che ringraziamo per questa nuova lettura, nella registrazione introduce il brano. Pertanto rispetto ad altri post il mio lavoro di introduzione è agevolato. E' incredibile, aggiungerei, comunque, quante similarità, seppure nella diversità dovuta all'epoca, il romanzo presenti con la situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo: la reazione delle persone, le precauzioni prese o non prese, i ritardi, l'esortazione finale a prepararsi a future epidemie. Camus deve aver attentamente studiato la Storia, le epidemie del passato, per poter raccontare in una storia frutto della sua fantasia, con tale lucida precisione e dovizia di eventi che anche noi abbiamo vissuto oggi, una storia che tanto assomiglia al nostro 2020 di pandemia. Questo avrebbe dovuto e dovrebbe farci riflettere. Non si può stancarsi di dirlo.
Come sempre, spero di avervi incuriosito, vi ricordo che siamo un team dal numero perfetto, anche se voi che ci seguite sapete chi siamo (Sirio, Daniela ed io). Il lavoro svolto nei mesi passati è frutto del lavoro di noi 3 non solo mio. Ci siamo riuniti frequentemente online, abbiamo pensato, programmato, contattato colleghi e alunni (che si sono rivelati molto timidi) e il territorio (Comitato di Quartiere Grottaperfetta), ci siamo costantemente messaggiati per organizzare, a qualunque ora. Abbiamo pensato sin dall'inizio di non fermarci, di creare un filo che ci ha tenuti uniti (le statistiche del blog ce lo dicono), perché la scuola è anche questo. Un filo di seta, forte, come può e deve essere l'offerta di cultura, per attivare il pensiero, la curiosità ed dare opportunità di approfondimento agli utenti.
Strepitose immagini a cura del prof. Corinaldesi
Albert Camus
Scrittore francese (Mondovi, Algeria, 1913 - Villeblevin, Yonne, 1960). Rimasto prestissimo orfano di padre, morto nella battaglia della Marna, conobbe un'infanzia e una giovinezza di stenti: tuttavia si distinse negli studî universitarî, che non riuscì a compiere per il cattivo stato di salute e per il continuo lavoro cui era costretto. Fu commerciante, commesso, impiegato, per due anni (1936-1937) attore nella compagnia di Radio Algeri. Seguì la sua vocazione di scrittore e di giornalista, prima ad Algeri, dove pubblicò i primi saggi (L'Envers et l'Endroit, 1938; Noces, 1939), poi a Parigi. Antifascista e aderente al partito comunista fin dal 1934, partecipò in Francia attivamente alla Resistenza e fu giornalista engagé soprattutto come redattore e direttore di Combat (1944-48); intanto pubblicava alcune fra le sue opere migliori, i romanzi L'Étranger (1942) e La Peste (1947), i drammi Le Malentendu e Caligula (1944), il saggio sull'assurdo Le mythe de Sisyphe (1944), le nobilissime Lettres à un ami allemand (1945). Dal 1948 sembrò allontanarsi dalla politica militante, cui ritornò però nel 1955-56 (collaborando al giornale L'Express) per i fatti di Algeria; ma si dedicò sempre più alla letteratura e al teatro, con opere che suscitarono continue polemiche: i saggi L'Homme révolté (1951), i racconti La Chute (1956) e L'Exil et le Royaume (1957), le "cronache" Actuelles I, II, III (1950-1958). Ma già nel 1957 - tre anni prima della morte in un incidente automobilistico - il premio Nobel ne consacrò la fama, come una delle più forti personalità della letteratura contemporanea.
Fonte: Enciclopedia Treccani
Discorso di Camus al ricevimento del Premio Nobel
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