Tornano "I Grotteschi" La compagnia teatrale del Comitato di Quartiere Grottaperfetta!
In questo terzo incontro ci propongono: "La Gigolette". Ringraziamo Daniele D'Amico, Maria Paola Barbieri, Elizabeth Vuillemin e Carlo Petrini per questo nuovo contributo. Un'opportunità per i nostri allievi di avvicinarsi al teatro attraverso brevissime pièce divertenti, e di conoscere un maestro spesso accostato al teatro dell'assurdo e al surrealismo, Achille Campanile.
Buon ascolto.
La vostra Biblioprof
In questo terzo incontro ci propongono: "La Gigolette". Ringraziamo Daniele D'Amico, Maria Paola Barbieri, Elizabeth Vuillemin e Carlo Petrini per questo nuovo contributo. Un'opportunità per i nostri allievi di avvicinarsi al teatro attraverso brevissime pièce divertenti, e di conoscere un maestro spesso accostato al teatro dell'assurdo e al surrealismo, Achille Campanile.
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Campanile fu sottovalutato per anni da tutta la critica ufficiale; la sua riscoperta da parte del pubblico e della critica negli anni settanta rese giustizia ad uno dei più grandi umoristi italiani. In particolare Umberto Eco ne analizzò lo stile e la modernità del suo umorismo paradossale e surreale. Fra gli altri ammiratori vanno menzionati Oreste Del Buono, Norberto Bobbio e Giovanni Arpino. Un tocco post-futurista[non chiaro caratterizza molte delle sue gag, non diversamente da quelle di Carlo Manzoni e degli exploit di De Crescenzo.
«L'umorista tra l'altro è uno che istintivamente sente il ridicolo dei luoghi comuni e perciò è tratto a fare l'opposto di quello che fanno gli altri. Perciò può essere benissimo in hilaritate tristis e in tristitia hilaris, ma se uno si aspetta che lo sia, egli se è un umorista, può arrivare perfino all'assurdo di essere come tutti gli altri "In hilaritate hilaris e in tristitia tristis" perché, e questo è il punto, l'umorista è uno che fa il comodo proprio: è triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste nelle circostanze tristi e lieto nelle liete.»
(Achille Campanile)
Lo stile di Campanile, praticamente oggi riconoscibile ed inconfondibile al primo assaggio, si compone di una prosa curata, precisa, pignola, con costante (ma sottintesa) ricerca di impeccabilità linguistica. Nella grande ed esperta conoscenza della lingua, e nel sapiente uso del lessico (solo apparentemente popolaresco, in realtà rigorosamente studiato e sofisticato), affonda la radice della non comune capacità di allestire spettacoli della logica che, in qualche assonanza (o piuttosto consonanza) con effetti tipici pirandelliani, ridicolizzano la più istintiva delle convenzioni sociali, la parola, ed attraverso questa le convenzioni stesse.
Fonte: Wikipedia
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