Celebriamo il 25 aprile ed il Centenario di Gianni Rodari con una sua bella fiaba "partigiana" tratta da "Favole al telefono" ci scrive il prof. Corinaldesi.
E qui di seguito ci legge appunto questa favola. Grazie Sirio.
Ci tengo a ricordare che la scuola è di tutti, e tutti partecipano per renderla ricca, in questo momento difficile per tutti, la Biblioteca ha deciso di mettersi in campo e tenere aperto questo canale da remoto, come il resto della didattica sta facendo.
Questo per tendere una mano a tutta la popolazione scolastica. Noi adulti siamo partiti per primi, in attesa che i contributi da parte degli studenti. Stiamo mantenendo vivo questo spazio per voi, ragazzi. Siamo contenti se state partecipando come uditori, ma stiamo anche aspettando che facciate vostro questo spazio. Che ci proponiate un libro che amate. Abbiamo diramato l'invito a partecipare, tramite i vostri insegnanti di lettere. E vi stiamo aspettando.
Seguiteci ancora. La settimana prossima faremo un omaggio a Luis Sepúlveda, che durante la pandemia, ci ha lasciato. Il covid19 ce lo ha rubato.
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La vostra Biblioprof.
Gianni Rodari
Scrittore (Omegna 1920 - Roma 1980). Insegnante elementare, poi giornalista (l'Unità, Paese sera), si dedicò alla letteratura per l'infanzia a partire da Il libro delle filastrocche (1950), cui seguirono, tra molti altri: Il romanzo di Cipollino (1951; dal 1957 col tit. Le avventure di Cipollino); Gelsomino nel paese dei bugiardi (1958); Filastrocche in cielo e in terra (1960); Favole al telefono (1962); Il libro degli errori (1964); La torta in cielo (1966; versione cinematografica di L. Del Fra, 1974); Venti storie più una (1969); Tante storie per giocare (1971); Novelle fatte a macchina (1973); C'era due volte il barone Lamberto (1978). Tradotti in molte lingue, i suoi libri uniscono alla felicità dell'invenzione fantastica e umoristica l'intento pedagogico, secondo orientamenti che R. espose in Grammatica della fantasia (1973). Diresse il settimanale per ragazzi Il Pioniere (1950-53) e Il Giornale dei genitori (1968-77); tra i volumi postumi che documentano la sua attività giornalistica si ricorda Il cane di Magonza (1982).
Fonte: Enciclopedia Treccani; vedi anche Wikipedia
Omegna
Nel corso della seconda guerra mondiale la resistenza novarese ai nazi-fascisti ebbe inizio in zona, con la figura romantica di Beltrami; proseguì nei lunghi mesi, in un avvicendamento di lutti (60 caduti compresi i civili) e di successi. Omegna fu una base della liberazione partigiana dell'Ossola nel settembre 1944. La liberazione di Omegna avvenne il 24 aprile 1945, mentre le truppe angloamericane passavano il Po, e nelle città del nord Italia ancora occupate dalle truppe nazi-fasciste scattava l'insurrezione generale ordinata dal CLNAI. Tale data ora viene ricordata nel nome della piazza dove si trova il municipio cittadino.
Fonte: Wikipedia
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