Apre mercoledì 7 dicembre 2011 la decima edizione della fiera della piccola editoria al Palazzo dei Congressi dell'E.U.R. un'occasione da non per venire a contatto con tantissime case editrici e libri freschi di stampa. Vi consiglio di andarla a visitare.
Ricordo che l'ingresso è gratuito per per ragazzi fino a 14 anni e ridotto (€ 3,00) dai 25 ai 18.
Per tutte la informazioni entrate nel sito di Più libri più liberi
Dieci anni di Più libri più liberi.
Una fotografia di dieci anni della piccola e media
editoria italiana.
Dai 30mila visitatori del 2002 ai 57mila del 2010: +88%.
Circa 40mila copie vendute il primo anno, 90mila nel
2011: +125% (con una spesa media per
visitatore che è stata nel 2010 di 35,22 euro (1)).
E ancora, nel 2003 la Piccola e media editoria (PME) valeva
l’8,5% del mercato complessivo dell’editoria italiana, lo scorso anno
rappresentava con 395 milioni di fatturato
l’11,6% (2). Se poi osserviamo l’andamento
in libreria e nei canali trade delle
piccole e medie Case editrici presenti in Fiera negli ultimi tre anni
(2008-2010), la crescita di fatturato risulta ancor più consolidata: si passa
dall’11,7% al 13,5% (3).
È in questi numeri che si
racchiude la storia non solo di Più libri più liberi ma anche della piccola e
media editoria (PME) nel primo decennio del nuovo millennio.
Proviamo a capire le ragioni.
Più libri più liberi ha messo in luce, dall’inizio del
decennio scorso, quella qualità e articolazione
dell’assortimento che andava in qualche misura smarrendosi all’interno dei
multistore e delle grandi librerie di catena che iniziavano ad aprire a ritmo
crescente in quegli anni.
Agli albori del nuovo millennio
il mercato nazionale e lo scenario internazionale apparivano ben diversi da
oggi. Con i tre big player (Amazon, Google, Apple) ancora lontani dallo
scardinare i paradigmi del commercio e produzione mondiale di libri, il web era
ancora 1.0; social network, self
publishing e mercato mobile risultavano ancora fantascienza. Così come
appariva diverso il panorama distributivo nazionale e il rapporto tra catene,
librerie a conduzione familiare e librerie on-line: queste ultime valevano lo
0,2% del mercato complessivo; oggi siamo al 6% e le catene a oltre il 42%.
In questi anni di forti
cambiamenti la crescita della PME è quindi il frutto di una continuità di ricerca e di scoperta delle
tante nicchie di mercato e di domanda: dai bambini al viaggio, dalle
letterature di altri paesi alla riproposta dei piccoli e grandi classici
dimenticati, dalla ricerca di “giovani” esordienti come di nuovi “generi”
letterari, di segmenti di domanda legati alle nuove forme del turismo e del
tempo libero; ecc. La radice del successo della PME sta in larga parte nella
sua capacità di anticipare e seguire questi cambiamenti all’interno di una più
generale attenzione agli elementi di “qualità” editoriale dei suoi diversi
progetti editoriali. E in questo percorso non semplice Più libri più liberi ha
offerto supporto alle PME fornendo loro una vetrina di massimo prestigio rivolta ai lettori e continue opportunità di aggiornamento e
confronto tra addetti ai lavori.
La lettura in Italia può crescere
senza risorse?
La lettura in Italia può crescere senza
risorse e politiche di sostegno? Sì – come è avvenuto in questi anni (+2,6% in media annua
dal 2000) - ma con ogni probabilità ancor più lentamente. Di certo senza
ridurre le distanze tra Nord e Sud del Paese.