mercoledì 3 dicembre 2014

Scoperta antica azienda agricola della roma imperiale

Durante gli scavi per i lavori della linea C della metropolitana della capitale, è stata fatta una scoperta  eccezionale. E' stata trovata la più antica azienda agricola al centro di Roma.

Come non darne notizia qui sul blog della biblioteca, auspicandoci che i nostri allievi, studenti di agraria, possano in qualche modo essere coinvolti in questo meraviglioso ritrovamento!

Ritrovato anche bacino idrico,il più grande della Roma imperiale all’interno di un’azienda agricola mai ritrovata,una vasca così grande che supera il perimetro del cantiere e che non è stato possibile scoprire interamente.

La vasca «era foderata di coccio pesto idraulico e poteva conservare più di 4 milioni di litri d’acqua. Il bacino misurava 35 metri per 70, pari a un quarto di ettaro. È probabile che la sua funzione principale fosse quella di riserva d’acqua a servizio delle coltivazioni e vasca di compensazione per far fronte alle piene del vicino fiume. Nessun altro bacino rinvenuto nell’agro romano ha dimensioni paragonabili, dicono gli archeologi incaricati di seguire i lavori.

Il bacino è più grande, infatti, di ogni natatio e peschiera nota. «Oltre le pareti del cantiere - precisa Rea - la vasca si estende verso le Mura, ove probabilmente si conserva, e in direzione di piazzale Appio, nell’area interessata dalla stazione della Linea A ove, invece, è stata sicuramente intercettata e distrutta senza che ne fosse documentata l’esistenza». 

In occasione degli scavi della metro C, è emersa anche «l’azienda agricola più vicina al centro di Roma - annunciano le archeologhe - che si estendeva su 14 mila mq (6,5 iugeri) ed era dotata di un articolato sistema idraulico per la distribuzione dell’acqua ai frutteti e all’orto: il proprietario del fundus utilizzava un sistema di rotae aquariae per captare e spingere le acque nei canali irrigui. Restano impressi sul muro che sorreggeva una rota i segni circolari del continuo sfregamento, mentre sulla sua sommità si conserva l’alloggiamento per il mozzo centrale». La fattoria era vicinissima al centro della Roma augustea e tiberiana.

Tra i ritrovamenti, anche reperti lignei e materiale organico di duemila anni fa. Fusti e radici, e le prime coltivazioni del pesco appena arrivato dal Medio Oriente. Tutte scoperte grazie alla paleobotanica: «Abbiamo rinvenuto un considerevole numero di noccioli di pesca - spiega l’archeologa Montella - I semi legnosi sono la parte più resistente delle piante, quella che si conserva più a lungo. Questo scavo, però, ha restituito anche gli apparati radicali e parte dei fusti degli alberi coltivati dal fondo agricolo. Sono conservati nella loro struttura organica, probabilmente grazie al gradiente di umidità e anossicità. Abbiamo rinvenuto 6 ceppaie, poste a intervalli regolari lungo un muro in opera reticolata, a 15,5 metri di profondità». Ritrovate anche tavole lignee ancora integre: «Il recupero delle acque di irrigazione era facilitato da un canale in blocchi di tufo repubblicano, coperto da uno strato di anfore o tegole poggiate su tavole lignee, quercia, faggio, olmo, noce e abete, rinvenute in perfetto stato di conservazione, pressoché integre - spiegano le archeologhe - Protette da gusci in vetroresina, le tavole sono state rimosse e portate in laboratorio prelevandole con tutta la struttura del canale in blocchi di tufo. Tra i vari reperti, il forcone a tre punte e i resti di ceste realizzate con rametti di salice intrecciati. Alla caccia fanno invece capo le due frecce trovate sul fondo della vasca».

Mi piacerebbe promuovere un progetto;di studio di quanto scoperto;che preveda l'affiancamento da parte di alcuni allievi degli archeologi. E' la prima cosa che ho pensato quando ho letto la notizia. Ora vado a dirlo ai colleghi!!!!!!!
Fonte: La Stampa

Nessun commento:

Posta un commento