martedì 23 ottobre 2012

Un racconto tutto da giocare


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PREFAZIONE
Questo è il risultato di un lavoro corale. Tutti i ragazzi della classe della attuale 4I, dopo aver accettato con entusiasmo di partecipare al concorso hanno cercato di realizzare una storia che li rappresentasse al meglio.

Hanno inventato una situazione particolare all’interno di una cornice insolita. E’ nata così l’idea di un "racconto tutto da giocare" dove si immagina che alcune persone, i protagonisti, "chiusi" all’interno di un campo profughi, possano intraprendere un viaggio, questa volta, però, virtuale.

 
Un tabellone giallo darà la possibilità di ripercorrere le tappe del cammino mediante il ricordo. In una successione temporale scandita dal lancio di dadi, prendono vita alcuni  personaggi.  Frammenti di emozioni  danno voce a Mohamed, Ali, Aisha, Fatima e altri che attraverso il coro saranno loro compagni di strada.

… Ed ora tira il dado, tocca a te ...
                                                           
 prof. Paola Risoldi                   
 docente di lettere della 3I (2011-2012), referente del progetto.


fonte dell'immagine:Wikipedia


REGOLE DEL GIOCO

Questo  che proponiamo è un gioco semplice. Per iniziare bisogna aprire  il tabellone, posizionare le  pedine, le carte degli imprevisti e delle probabilità e mettere il dado al centro. Tutto ciò è contenuto nella scatola. 
Lo scopo del gioco è arrivare, dove non importa, ma arrivare e ricominciare senza rinnegare le proprie origini. I giocatori si divideranno in quattro o sei squadre. A turno si lancerà il dado proseguendo sulle caselle in senso orario. I partecipanti dovranno rispettare le indicazioni scritte su ciascuna casella raggiunta… buona fortuna.


Introduzione
Il bisogno per molte persone di lasciare il proprio paese d'origine ha radici antichissime, le cui ragioni vanno ricercate nelle guerre, persecuzioni, questioni economiche o politiche che sono presenti in molte parti del mondo. Somalia, Eritrea, Etiopia: da questi paesi proviene la maggior parte di coloro che chiedono asilo in Italia.

Situazione iniziale
Sono ormai due mesi che siamo qui, in questo campo d'accoglienza che si trova su un'isola a poca distanza dall'Italia. Oggi purtroppo non è una bella giornata, non solo per il fatto che piove a dirotto, manche perché questo tempo mi ricorda il terribile viaggio che ho dovuto affrontare per arrivare fino a qui.. Il tempo non passa mai. Nella testa passano i ricordi, tanti, troppi. Mi sposto, vado sotto una tettoia per non bagnarmi. Incontro Mohamed e tanti altri. Nella mente….ripassano i ricordi, mi risposto, mi re-inseguono. Dovunque io vada. Non riesco a scappare da tutto questo. Dovrò affrontarli, misurarmi con essi in una sorta di sfida.

Lancia il dado casella n.1

Coro
È l'inizio di quest'arduo viaggio
Motivato dal più sentito disagio
Di non appartenere a questa tanto amata terra
Brutalmente sfigurata dalla guerra.

Inizio del viaggio
Sono partito dal mio paese che avevo 9 anni. I miei genitori hanno pagato delle persone per portarmi fino al confine con l'Egitto, di notte andavamo tranquillamente, invece, di giorno ci dovevamo nascondere sotto i sedili del camion oppure dentro gli scatoloni.

Coro
Partii con lo stretto necessario,
abbandonando l'affetto della famiglia cara,
guidato da un armato mercenario
che non si degnava durante questo calvario,
di procurar ai miei compagni caduti una piccola bara.

Lancia il dado casella n.2

Io e mia madre invece scappammo per la prima volta quando io ero più o meno ancora una bambina, ciò che abbiamo vissuto non potrò mai dimenticarlo. Prima destinazione Sudan. Poi ancora in viaggio con altri migranti. Raggiungemmo la Libia e poi verso l'Europa. Se è vero che la vita è un gioco, noi siamo come pedine su una scacchiera mossa dal caso…e allora, che il gioco cominci!

Lancia il dado. Imprevisti: Pesca una carta


Motivazioni
I motivi di persecuzione devono essere fra i cinque elencati nell'articolo 1 A della convenzione sui rifugiati: razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinione politica. La persecuzione per ogni altro motivo non sarà considerata.
Cosa sai fare….mi chiederanno…correre risponderò! Ed infatti è da quando sono piccolo che corro dietro alle gazzelle. Mi piacerebbe continuare. Credo che farò l'atleta.
Il desiderio più grande è quello di diventare un calciatore perché fin da piccolo, per passare il tempo, giocavo con i miei amici a pallone in una stradina vicino ad un fiume, dove le nostre madri attingevano l'acqua, lavavano i pochi indumenti che avevamo e dove noi facevamo il bagno quando eravamo liberi dalle incombenze familiari.

Lancia il dado tocca a te casella n.3

Cosa farò?
Una volta in Italia, spero tanto di fare il fruttivendolo perché fin  da piccolo aiutavo mio padre a coltivare il terreno e quindi da lì ho incominciato a interessarmi dell'agricoltura.

Coro
Fummo costretti a proseguire,
senza voltarci invano,
non potemmo sfogare le nostre ire,
su quel gran ciarlatano,
Ci abbandonò in una sperduta terra,
non tormentata dalla guerra,
ma non potendo la loro lingua capire,
fummo costretti a fuggire.


Lancia il dado tocca a te casella n.4

I miei ricordi
Ho sognato stanotte. Stavo vicino all'orto dietro la mia casa canticchiando una nenia che sentivo spesso da mia madre quando cullava mia sorella per farla addormentare. L'orto era ricco di piante cariche di frutti. I loro colori mi trasmettevano una serenità che, penso non sarà più possibile ritrovare.


Lancia il dado tocca a te casella n.5

Paura
La paura mi  avvolse come un onda violenta, su tutto il corpo quando gli spari del fucile impugnato dal militare, rimbombavano nelle mie orecchie.

Pesca una carta casella n.6

Imprevisti

Il carcere
Mentre fuggivo dalla casa dove sono nato e cresciuto arrivammo nel deserto dove siamo stati costretti a proseguire il viaggio a piedi. Dopo un giorno di cammino ci fermammo la notte per riposare qualche ora. Mi risvegliai con un fucile puntato in faccia, con le braccia legate e mi trascinarono in un furgone. Prima ancora di rendermi conto cosa stava succedendo mi trovai dentro una cella buia e fredda dove ho trascorso più di un anno senza capire il motivo della mia carcerazione.



Coro
Arrivammo in un porto abbandonato,
ove trovammo l'imbarcazione ambita
io non avrei mai rubato,
ma fui spinto dall'amore per la mia vita.



Deserto
Il deserto è sinonimo di morte proprio lì mia madre ebbe un malore ed avendo bisogno di cure e attenzioni che non poteva avere i migranti decisero di abbandonarla e…decisi di proseguire ma solo perché quel viaggio lo dovevamo fare insieme per cercare una vita migliore. Era una sorta di promessa e dovevo rispettarla alla fine è quello che avrebbe voluto anche lei.

Tira il dado retrocedi di una casella

Speranza o disperazione? Vincere o morire? Rialzarsi o cedere? Erano queste le parole che mi saltavano nella testa, sotto il sole cuocente del deserto. Mai sarei tornata indietro…un rimpatrio? Ma cosa…vuol dire rimpatrio? 

Tira il dado e salta un turno

Le definizioni entrano in gioco quando i paesi e le organizzazioni cercano di determinare chi è rifugiato e chi non lo è. I richiedenti asilo cioè coloro che richiedono  lo status di rifugiato in un altro paese di solito devono dimostrare individualmente che il loro timore è ben fondato.

Tira il dado casella n.7

Probabilità

La mia famiglia
intenso, molto intenso. Questo è l'unico aggettivo per descrivere il sogno di stanotte che mi ha portato indietro di mesi. Un ricordo che mi ha scosso. A tavola, io, i miei fratelli più piccoli, mio padre e mia madre pregando prima di mangiare. Sono passati nove anni e dentro di me c'è la speranza di rivivere un momento simile con loro.

Tira il dado casella n.8

La mia nuova famiglia
non ho mai avuto voglia di dimenticare vivendo il presente, guardando speranzoso al futuro. Tutto il mio trascorso fa parte della mia vita e vivrà sempre in simbiosi con me. Sarà sempre la mia ombra. Questo non mi ha impedito di vivere momenti profondi e felici con la mia nuova famiglia. Uniti ritroviamo la forza per riuscire, finalmente a  superare insidie e difficoltà. Sento, sentiamo di potercela fare.

Rilancia il dado casella n.9

La mia nuova vita
Da piccolo sognavo una vita normale, formare una famiglia ed il mio sogno più grande era rimanere vicino ai miei genitori. Da un momento all'altro però, tutti i miei sogni sono sfumati, ed ora mi trovo qui da solo, senza nessuno che mi insegni le regole di questo arduo "gioco".

Dado, casella n.10

Emozioni
Sono fuggito bambino da questa terra devastata. Da qui in poi sarà diverso, non migliore ma diverso. Solo questo. A volte mi guardo indietro vedo i miei genitori, i miei amici, il mio popolo, un popolo distrutto dalla guerra e dalla violenza. Di notte penso ai soldati che vennero a prendermi minacciando i miei cari: maledetti, maledetti loro e i loro simili. Siete solo bestie, pedine dei potenti senza cuore né anima. Tra i miei sogni c'è anche quello, un giorno, di poter perdonare.


Arrivo:
Partimmo alla volta di una nuova terra,
alla ricerca di un umile lavoro,
non volevamo trovar la guerra,
non volevamo trovar il tesoro.



La classe 4 I ha ricevuto una menzione speciale dal Centro Astalli per il lavoro sopra pubblicato. Nella comunicazione dell'assegnazione si legge: " si tratta di un riconoscimento all'alto valore didattico ed educativo che si evince dall'elaborato inviato in Fondazione".





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