mercoledì 27 maggio 2020

Leggiamo ad Alta Voce - I morti



Pubblichiamo oggi un brano del racconto I morti tratto da Gente di Dublino di James Joyce scelto e letto da Aurora Trippetti del Comitato di Quartiere Grottaperfetta che ringraziamo per la partecipazione e per il contributo al Progetto di Lettura ad Alta Voce portato avanti dalla nostra Biblioteca.





Questa lettura ci parla di vita. Strano, direte,  il suo titolo indica l'opposto.
Eppure l'autore dipinge con pennellate lievi il significato e la dignità dell'essere umano. Il testo, attraverso l'abilità descrittiva di Joyce, che fa quasi una foto della stanza, del contesto, nell'esterno sotto la neve, ci fa soffermare sul significato dell'intimità, dei ricordi, dell'amore e delle persone in quanto testimonianza di un vissuto fatto di incontri con altri e quindi di storia. Il ricordo che è valore ed amore più di quanto sia invecchiare e sfiorire. Non è il corpo il valore, ma la memoria dei sentimenti.

Anche qui, come in altri brani proposti precedentemente, non si può non fare un riferimento alla situazione attuale, storica, che stiamo vivendo.  Non si può non pensare a tutte quelle persone che un nuovo corona virus si è portato via inaspettatamente, che non erano corpi, ma persone, anime, non numeri; erano parte di una comunità fatta di famiglia e cittadinanza, e che hanno lasciato non solo un vuoto affettivo ma anche culturale, non corpi, parcheggiati in case di riposo, ma nonni, genitori,  lavoratori del passato. Non numeri ma nomi, storie, sentimenti e vita. Persone che con i loro acciacchi sarebbero ancora vissute, state tra noi.  Si sta facendo differenza se gli anziani siano deceduti "con" Covid19 o per Covid.   Coloro i quali sono morti prima del tempo rispetto a quanto i loro acciacchi avrebbero loro concesso, sono morti "per" Covid19, è indiscutibile.

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da The New Yorker


James Joyce
(Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. 
Benché la sua produzione letteraria non sia molto vasta, è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della letteratura del XX secolo, in particolare della corrente modernista. Soprattutto in relazione alla sperimentazione linguistica presente nelle opere, è ritenuto uno dei migliori scrittori del XX secolo e della letteratura di ogni tempo.
Il suo carattere anticonformista e critico verso la società irlandese e la Chiesa cattolica traspare in opere come I Dublinesi o Gente di Dublino (Dubliners, del 1914) - palesato dalle famose epifanie - e soprattutto in Ritratto dell'artista da giovane (A Portrait of the Artist as a Young Man, nel 1917), conosciuto in Italia anche come Dedalus.
Il suo romanzo più noto, Ulisse, è una vera e propria rivoluzione rispetto alla letteratura dell'Ottocento, e nel 1939 il successivo e controverso Finnegans Wake ("La veglia dei Finnegan" o più propriamente "La veglia per i Finnegan") ne è l'estremizzazione. Durante la sua vita intraprese molti viaggi attraverso l'Europa, ma l'ambientazione delle sue opere, così saldamente legata a Dublino, lo fece diventare uno dei più cosmopoliti e allo stesso tempo più locali scrittori irlandesi.

Fonte: Wikipedia








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