Sul sito degli Editori Laterza, oggi 30 giugno alle 17.00 sulla piattaforma ZOOM , Gino Roncaglia, autore dell'ebook Cosa succede a settembre? Scuola e didattica a distanza ai tempi del Covid-19 e l'editore Alessandro Laterza discutono di Didattica a Distanza con Daniele Barca, Dirigente Scolastico IC3 di Modena, Licia Cianfriglia, Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici e CNPI, Letizia Cinganotto, Ricercatrice INDIRE e Elisabetta Mughini, Responsabile area innovazione INDIRE.
Chi si registra al webinar riceverà il link per scaricare gratuitamente l’ebook e, successivamente, il link per partecipare al webinar sulla piattaforma .
Tornano "I Grotteschi" La compagnia teatrale del Comitato di Quartiere Grottaperfetta!
In questo terzo incontro ci propongono: "La Gigolette". Ringraziamo Daniele D'Amico, Maria Paola Barbieri, Elizabeth Vuillemin e Carlo Petrini per questo nuovo contributo. Un'opportunità per i nostri allievi di avvicinarsi al teatro attraverso brevissime pièce divertenti, e di conoscere un maestro spesso accostato al teatro dell'assurdo e al surrealismo, Achille Campanile.
Buon ascolto.
La vostra Biblioprof
Campanile fu sottovalutato per anni da tutta la critica ufficiale; la sua riscoperta da parte del pubblico e della critica negli anni settanta rese giustizia ad uno dei più grandi umoristi italiani. In particolare Umberto Eco ne analizzò lo stile e la modernità del suo umorismo paradossale e surreale. Fra gli altri ammiratori vanno menzionati Oreste Del Buono, Norberto Bobbio e Giovanni Arpino. Un tocco post-futurista[non chiaro caratterizza molte delle sue gag, non diversamente da quelle di Carlo Manzoni e degli exploit di De Crescenzo.
«L'umorista tra l'altro è uno che istintivamente sente il ridicolo dei luoghi comuni e perciò è tratto a fare l'opposto di quello che fanno gli altri. Perciò può essere benissimo in hilaritate tristis e in tristitia hilaris, ma se uno si aspetta che lo sia, egli se è un umorista, può arrivare perfino all'assurdo di essere come tutti gli altri "In hilaritate hilaris e in tristitia tristis" perché, e questo è il punto, l'umorista è uno che fa il comodo proprio: è triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste nelle circostanze tristi e lieto nelle liete.»
(Achille Campanile)
Lo stile di Campanile, praticamente oggi riconoscibile ed inconfondibile al primo assaggio, si compone di una prosa curata, precisa, pignola, con costante (ma sottintesa) ricerca di impeccabilità linguistica. Nella grande ed esperta conoscenza della lingua, e nel sapiente uso del lessico (solo apparentemente popolaresco, in realtà rigorosamente studiato e sofisticato), affonda la radice della non comune capacità di allestire spettacoli della logica che, in qualche assonanza (o piuttosto consonanza) con effetti tipici pirandelliani, ridicolizzano la più istintiva delle convenzioni sociali, la parola, ed attraverso questa le convenzioni stesse.
La Compagnia "I Grotteschi" formata da Daniele D'Amico, Maria Paola Barbieri, Elizabeth Vuillemin e Carlo Petrini, che ringraziamo, ci propone l'ascolto di un loro adattamento del breve lavoro di Achille Campanile Il suicida Gentile, atto unico, per l'occasione divenuto La suicida gentile. Continua quindi la collaborazione con il Territorio ed in particolare con il Comitato di Quartiere Grottaperfetta. Come già scritto precedentemente qui Achille Campanile, fu precursore dell'umorismo dell'assurdo e poliedrico intellettuale.
Achille Campanile (Roma, 28 settembre 1899 – Lariano, 4 gennaio 1977) è stato uno scrittore, drammaturgo sceneggiatore e giornalista italiano, celebre per il suo umorismo surreale e i giochi di parole.
Nacque da Gaetano Campanile Mancini (1868 – 1942), napoletano, soggettista, sceneggiatore[1] e regista di film muti e poi redattore capo del quotidiano La Tribuna, e da Clotilde Fiore.[2]
Per breve tempo impiegato di ministero, ancora giovanissimo divenne cronista, iniziando la carriera come giornalista de La Tribuna per passare poi a L'Idea Nazionale[3] e al Travaso delle idee. Esordì come giornalista con il racconto della triste storia di una vedova che tutti i giorni, da molti anni, si recava in cimitero per portare dei fiori sulla tomba del marito e che un giorno ivi era stata trovata morta, riversa sulla tomba. Campanile preparò il "pezzo" come di consueto e titolò "Tanto va la gatta al lardo...".
Responsabile della terza pagina del suo giornale era Silvio D'Amico (ma secondo altre versioni si sarebbe trattato di Emilio Cecchi) che, sconcertato, non sapendo se si avesse a che fare con un genio o con uno squilibrato, nel dubbio gli diede una possibilità, che Campanile non avrebbe deluso. In qualche modo presentato ed introdotto, dunque, al mondo della cultura degli anni venti, non tardò Campanile a far notare una spiccata vocazione per una composizione anticonvenzionale ed incline alla ricerca dell'effetto.
Ammirato e sostenuto da Pirandello e Montale (col quale era anche in amicizia), Campanile cominciò dunque a presentare i suoi primi lavori (Centocinquanta la gallina canta del 1924, L'inventore del Cavallo del 1925). Seguirono commedie e romanzi di notevole successo come Ma cos'è questo amore del 1927, Se la luna mi porta fortuna, Agosto moglie mia non ti conosco che gli diedero una notevole popolarità tanto che la sua immagine in abiti molto eleganti e col monocolo era molto nota.
In quel periodo inizia anche la collaborazione con periodici letterari quali La Fiera Letteraria e Il dramma. Nel 1930, la rappresentazione della sua commedia in tre atti L'amore fa fare questo ed altro al Teatro Manzoni di Milano per la regia di Guido Salvini e l'interpretazione di Vittorio De Sica, Giuditta e Checco Rissone, ed altri famosi, destò un putiferio: il pubblico si divise in entusiasti estimatori e feroci denigratori. La commedia fu poi riproposta anche all'estero con lo stesso risultato.
La sua popolarità aumentò ulteriormente nel 1932, quando seguì il Giro d'Italia per conto del quotidiano Gazzetta del Popolo di Torino. Inventò il personaggio di Battista, cameriere e gregario, e i suoi reportage furono raccolti nel libro Battista al Giro d'Italia. Poco dopo uscì Cantilena all'angolo della strada, raccolta di saggi e meditazioni pubblicate in precedenza sui quotidiani La Stampa e La Tribuna, che gli valse il suo primo Premio Viareggio (1933).[4] Dopo la guerra ebbe un calo di popolarità, ma nel 1953 la nascente televisione italiana, ancora in fase sperimentale, trasmise alcuni brani delle sue opere e lui stesso comparve sullo schermo.
Dal 1959 e per alcuni anni, tenne una rubrica di critica televisiva su L'Europeo.[5] Fra le poche opere del periodo spicca Il Povero Piero del 1959, dove viene affrontato con molta ironia l'argomento della morte e, soprattutto, dei funerali e degli atteggiamenti di parenti e amici del caro estinto. Nel 1963 curò la sceneggiatura di uno spot nella famosa trasmissione pubblicitaria di prima serata Carosello dal titolo Consiglio di famiglia, pubblicizzando lo shampoo DOP per la ditta italo-francese Saipo-L'Oréal[6].
Negli ultimi anni venne riscoperto e ritornò ad un grande successo con Manuale di conversazione (1973) e Gli asparagi e l'immortalità dell'anima (1974). Nel 1973 ottenne il suo secondo Premio Viareggio,[4] quarant'anni dopo il primo, per l'opera: Manuale di conversazione e nel 1976 vinse il Premio Forte dei Marmi con il romanzo L'Eroe.
Nel 1955 aveva sposato Giuseppina Bellavita (detta Pinuccia, 1935-1996)[7], dalla quale ebbe l'anno successivo il figlio Gaetano. Visse dividendosi fra Roma e Milano ma negli ultimi anni si spostò a Lariano, vicino Velletri, dove morì nel 1977
Come chi ci ha seguito assiduamente saprà, durante il periodo di "lockdown", tra le tante letture che siamo riusciti a fare o ricevere, ce ne sono alcune, che ci sono arrivate dal nostro quartiere tramite il "Comitato di Quartiere Grottaperfetta" questa in particolare è una lettura di una farsa di Achille Campanile, letta dalla Compagnia "I Grotteschi" formata da Daniele D'Amico, Maria Paola Barbieri, Elizabeth Vuillemin e Carlo Petrini. Achille Campanile è certamente tra gli autori italiani uno dei più interessanti e che a chi vi scrive piace moltissimo. Il suo umorismo asciutto ed arguto, puntuale e preciso, che rende nelle sue opere alcune situazioni surreali, è di un'eleganza straordinaria. Ripassate qui da noi, perché I Grotteschi, che ringraziamo, hanno in serbo per voi ancora delle altre brevi chicche. Cogliamo qui l'occasione per ringraziare anche il Presidente del Comitato di Quartiere Grottaperfetta per la sua fattiva collaborazione che ha reso questa iniziativa congiunta possibile. Non solo come Bibliopoint di Biblioteche di Roma, la collaborazione con il territorio è qualcosa a cui noi teniamo.
Buon ascolto.
La vostra Biblioprof.
Achille Campanile
Scrittore italiano (Roma 1899 - Lariano 1977); ha collaborato a numerosi periodici occupandosi anche di cinema e di televisione. Il suo umorismo, quando non inclina al malinconico e al crepuscolare, attinge felicemente e senza remore alla farsa e alla freddura, spingendo fino all'assurdo situazioni sentimentali e luoghi comuni. Dopo il grande successo iniziale e l'influenza sul giornalismo umoristico tra le due guerre, una rinnovata fortuna è toccata agli ultimi anni dello scrittore, che è stato considerato un precursore del contemporaneo teatro dell'assurdo, soprattutto per le Tragedie in due battute (raccolte definitivamente nel 1978 ma già note dai primi anni Venti) e per alcuni atti unici (Centocinquanta la gallina canta, 1924, e L'inventore del cavallo, 1925, messi in scena da A. G. Bragaglia, che ne coglieva la matrice futurista). Quasi altrettanto geniale il prolifico narratore: Ma che cos'è quest'amore?, 1927; Se la luna mi porta fortuna, 1928; Agosto, moglie mia non ti conosco, 1930; In campagna è un'altra cosa (c'è più gusto), 1931; Chiarastella, 1934; Il diario di Gino Cornabò, 1942; Viaggio di nozze in molti, 1946; Il povero Piero, 1959; Trattato delle barzellette, 1961; Manuale di conversazione, 1973; Gli asparagi e l'immortalità dell'anima, 1974; Vite degli uomini illustri, 1975; L'eroe, 1976. Postumo è comparso l'autobiografico Benigno, 1981.
Questo sabato, in ritardo rispetto alla nostra tabella di marcia, per problemi legati al mio rientro in presenza a scuola, pubblichiamo una lettura della nostra collega e amica Angela Fraticelli da La Peste di Albert Camus.
La prof. Fraticelli, che ringraziamo per questa nuova lettura, nella registrazione introduce il brano. Pertanto rispetto ad altri post il mio lavoro di introduzione è agevolato. E' incredibile, aggiungerei, comunque, quante similarità, seppure nella diversità dovuta all'epoca, il romanzo presenti con la situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo: la reazione delle persone, le precauzioni prese o non prese, i ritardi, l'esortazione finale a prepararsi a future epidemie. Camus deve aver attentamente studiato la Storia, le epidemie del passato, per poter raccontare in una storia frutto della sua fantasia, con tale lucida precisione e dovizia di eventi che anche noi abbiamo vissuto oggi, una storia che tanto assomiglia al nostro 2020 di pandemia. Questo avrebbe dovuto e dovrebbe farci riflettere. Non si può stancarsi di dirlo.
Come sempre, spero di avervi incuriosito, vi ricordo che siamo un team dal numero perfetto, anche se voi che ci seguite sapete chi siamo (Sirio, Daniela ed io). Il lavoro svolto nei mesi passati è frutto del lavoro di noi 3 non solo mio. Ci siamo riuniti frequentemente online, abbiamo pensato, programmato, contattato colleghi e alunni (che si sono rivelati molto timidi) e il territorio (Comitato di Quartiere Grottaperfetta), ci siamo costantemente messaggiati per organizzare, a qualunque ora. Abbiamo pensato sin dall'inizio di non fermarci, di creare un filo che ci ha tenuti uniti (le statistiche del blog ce lo dicono), perché la scuola è anche questo. Un filo di seta, forte, come può e deve essere l'offerta di cultura, per attivare il pensiero, la curiosità ed dare opportunità di approfondimento agli utenti.
Strepitose immagini a cura del prof. Corinaldesi
Albert Camus
Scrittore francese (Mondovi, Algeria, 1913 - Villeblevin, Yonne, 1960). Rimasto prestissimo orfano di padre, morto nella battaglia della Marna, conobbe un'infanzia e una giovinezza di stenti: tuttavia si distinse negli studî universitarî, che non riuscì a compiere per il cattivo stato di salute e per il continuo lavoro cui era costretto. Fu commerciante, commesso, impiegato, per due anni (1936-1937) attore nella compagnia di Radio Algeri. Seguì la sua vocazione di scrittore e di giornalista, prima ad Algeri, dove pubblicò i primi saggi (L'Envers et l'Endroit, 1938; Noces, 1939), poi a Parigi. Antifascista e aderente al partito comunista fin dal 1934, partecipò in Francia attivamente alla Resistenza e fu giornalista engagé soprattutto come redattore e direttore di Combat (1944-48); intanto pubblicava alcune fra le sue opere migliori, i romanzi L'Étranger (1942) e La Peste (1947), i drammi Le Malentendu e Caligula (1944), il saggio sull'assurdo Le mythe de Sisyphe (1944), le nobilissime Lettres à un ami allemand (1945). Dal 1948 sembrò allontanarsi dalla politica militante, cui ritornò però nel 1955-56 (collaborando al giornale L'Express) per i fatti di Algeria; ma si dedicò sempre più alla letteratura e al teatro, con opere che suscitarono continue polemiche: i saggi L'Homme révolté (1951), i racconti La Chute (1956) e L'Exil et le Royaume (1957), le "cronache" Actuelles I, II, III (1950-1958). Ma già nel 1957 - tre anni prima della morte in un incidente automobilistico - il premio Nobel ne consacrò la fama, come una delle più forti personalità della letteratura contemporanea.
La lettura di oggi, ci arriva da Carlo Petrini del Comitato di Quartiere Grottaperfetta, che ringraziamo per aver voluto aderire a questo progetto della Biblioteca Scolastica del Garibaldi "Luisa Panattoni".
Il rapporto con un ritrovato silenzio, è un tema davvero interessate. E' un altro di quei temi che il Covid19 ci ha proposto e chiesto di affrontare. Non tutti lo abbiamo vissuto allo stesso modo. Certo, dipende dalle nostre personalità. Alcuni di noi hanno apprezzato la mancanza di quasi tutti i veicoli sia per l'assenza di rumore che per la ritrovata pulizia dell'aria. Avete notato che per l'aria molto meno inquinata sono tornate le coccinelle? Questi piccoli insetti sono un indice della pulizia dell'aria oltre che essere protagonisti della lotta biologica degli insetti utili per combattere gli insetti dannosi, sapete? Sicuramente lo sapete!
Il traffico sparito, ci ha donato una città diversa, nuova, silenzio e maggiore luminosità. Eppure ad alcuni quel silenzio è stato un peso. Un segno di solitudine. Non possiamo giudicare le reazioni umane. Non siamo tutti uguali. Certo è che come ci dice Carlo Petrini, tutto questo rimarrà nei nostri ricordi, qualcosa che racconteremo per spiegare cosa abbiamo vissuto. E oltre il silenzio la domanda che ci siamo fatti è stata: dentro quale evento siamo? Ne riusciamo a capire la portata mentre ne siamo dentro? Come cambierà, se cambierà la nostra vita. Sarà un cambiamento temporaneo o definitivo?
Ancora grazie a Carlo Petrini per le sue riflessioni.
Buon ascolto.
La vostra Biblioprof.
Questo post sarebbe dovuto uscire al massimo oggi pomeriggio.
Abbiamo un piano di lavoro, noi del trio, noi "quelli che la Biblioteca", che per ora ci vede impegnati ancora fino a tutto giugno con il materiale già pervenuto. Stavo quindi lavorando a questo post oggi in mattinata, nel mio primo giorno di rientro a scuola dopo il lockdown per l'insediamento delle commissioni d'esame. Risolti insieme a Sirio alcuni problemi tecnici con Google che non mi faceva entrare nell'account che da casa avevo creato per gestire i video online - perché il signor Google voleva essere sicuro che, sebbene stessi usando il mio computer d'ufficio, fossi proprio io - mi accingevo a scrivervi e a fare l'upload del video quando sono stata convocata al primo piano (zona uffici, per intenderci), e mi è stato chiesto di risolvere un problema urgente: chiamare i maturandi al telefono per avvisare ciascuno della data del proprio esame. Non mi tiro mai indietro, anche se non è il mio lavoro, ma mi è dispiaciuto dover lasciare questo lavoro programmato ed infatti lo sto facendo ora. Sono le 22,08 al momento. Perché un insegnante rimane sempre un insegnante, e non guarda di solito l'orario di servizio. E' abituato a quello che nel mondo della scuola si chiama "il sommerso" cioè tutto quel lavoro, non conteggiato, non retribuito, che però è alla base di ogni lezione, oppure di ogni verifica, che sia formativa o sommativa. E' abituato, un insegnante, mentre è a casa a pensare, ideare, progettare, magari anche mentre cucina e quel tempo è per i suoi studenti ma nessuno lo conteggia. MA non sono sempre io quella che quando si organizzano eventi in Biblioteca neanche calcolavo se rimanevo in più? Quello che però mi è dispiaciuto di più è stato sentire dire che "la pizzottella" (ma avrò sentito male?), "quella sparita" durante la pandemia (mica io? che ho lavorato da casa e sia i Colleghi che il Comitato di Quartiere i cui membri mi hanno contattato e trovato disponibile a qualunque ora anche quella di cena, ne sono testimoni) era stata convocata per chiamare gli alunni maturandi. Ma poi "pizzotella" che significa? Voi lo sapete?
Questo breve scritto di Rosso di San Secondo, scelto e letto da Bianca Maria Castelli del Comitato di Quartiere Grottaperfetta, che ringraziamo, è particolarmente interessante.
Il brano è indirizzato anche se i nomi dei personaggi sono cambiati, a Luigi Pirandello e se l'ascoltatore farà attenzione parla di una amante e di una moglie. I riferimenti sono alla moglie di Pirandello e alla di lui amante Marta Abba.
Andrea Camilleri, nel suo libro su Pirandello, intitolato Biografia del Figlio Cambiato, ricostruisce e analizza la situazione familiare di Pirandello e il dolore della moglie traendo le stesse conclusioni. Non pazza la moglie di Pirandello, come ovunque descritta, ma ragazza sradicata dal suo paese per essere poi abbandonata, sola, in casa a Roma senza affetti, tradita dal marito, ella inizia a manifestare disturbi dell'umore e probabilmente più che essere una pazza inizia a soffrire di un disturbo depressivo non riconosciuto come tale all'epoca.
Chi vi scrive ha avuto il piacere di conoscere, anche se brevemente, la moglie di Rosso di San Secondo ad una prima teatrale di Marionette che Passione, data a Roma negli anni '90 essendo la signora Rosso ospite d'onore.
Buon Ascolto!
La vostra Biblioprof
Pier Maria Rosso di San Secondo (Caltanissetta, 30 novembre 1887 – Lido di Camaiore, 22 novembre 1956) è stato un drammaturgo e giornalista italiano.
Studiò presso il liceo classico Ruggero Settimo di Caltanissetta. La sua poetica è caratterizzata dal lirismo e da una visione pessimista del rapporto tra l'uomo e la società, con personaggi spesso segnati dalla solitudine e da un certo contrasto tra passione e razionalità. Spesso questo contrasto è simbolicamente ricercato da San Secondo nel confronto tra il Nord, caratterizzato da una vita razionale, concreta e grigia, e il Sud caratterizzato dal sogno mitico, dai colori passionali della vita.
Tra le sue opere più importanti si ricordano La sirena ricanta, suo esordio in teatro nel 1908, e Marionette, che passione! del 1917, opera che accese l'interesse di Luigi Pirandello, il quale spinse affinché l'opera fosse rappresentata. La storia di Marionette, che passione! è incentrata sull'incontro casuale di tre personaggi, incapaci di dare un senso alla propria esistenza. I tre si riveleranno alla fine non diversi da marionette, esseri totalmente in balia delle proprie passioni. Un'opera drammatica, grottesca, che alcuni definiranno legata al pirandellismo. Secondo Gaetano Savatteri, la grandezza di Rosso di San Secondo venne messa in ombra proprio dalla figura di Pirandello.
In seguito al grande successo di Marionette che passione!, Rosso di San Secondo scrisse altre opere teatrali, fra cui La bella addormentata del 1919, L'ospite desiderato del 1921, Tra vestiti che ballano del 1927, Il ratto di Proserpina[1] del 1954, Una cosa di carne, Il delirio dell'oste Bassà, Amara. Scrisse anche testi di narrativa, come le novelle della raccolta Ponentino del 1916 e il romanzo La fuga (1917). Ricevette nel 1934 il "premio Mussolini" per la letteratura dell'Accademia d'Italia. Collaborò anche alla sceneggiatura di alcune pellicole.
Dalla collega e amica Elena Cardarelli riceviamo questa lettura "La leggenda del papavero" di Paolo Mantegazza tratta dal libro da lui scritto Le Leggende dei Fiori (1890)
Immagini del filmato a cura di Elena Cardarelli.
Come ci dice Elena, questo brano ci dà l'opportunità di riflettere sulle condizioni attuali del nostro pianeta, e dimostra l'universalità di quanto scritto, considerando l'epoca in cui fu scritto. Questa tematica si è affacciata di nuovo, come spesso accade ciclicamente, all'inizio della pandemia che stiamo vivendo. Nell'epoca che ora chiamiamo "del Covid19" molti studiosi, ma anche tanti cittadini, studenti compresi si sono resi conto di quanti limiti il nostro stile di vita consumistico abbia, di quanti vantaggi ma anche di quanti svantaggi una globalizzazione spinta all'estremo crei e di quanto delicato sia quindi l'equilibrio che ci tiene in vita come esseri umani e come pianeta.
Speriamo di avevi incuriosito anche questa volta.
Buon ascolto.
La vostra Biblioprof.
Quadro "Papaveri" di Luisa Panattoni
Paolo Mantegazza
(Monza, 31 ottobre 1831 – San Terenzo, 28 agosto 1910) è stato un fisiologo, patologo, igienista, neurologo, antropologo e scrittore italiano.
Fu uno dei primi divulgatori delle teorie darwiniane in Italia. Le sue ricerche contribuirono all'affermazione dell'antropologia intesa come "storia naturale dell'uomo". Deputato dal 1865 al 1876 e senatore dal 16 novembre 1876 sotto il Regno d'Italia, si segnalò come avversario della legge sul macinato. Del Parlamento ebbe a dire che era: "Il più alto laboratorio di forze disperse. Qui abbiamo la più alta perfezione di un meccanismo al rovescio, dove cioè quasi tutte le forze si trasformano in attriti".
Medico fisiologo e neurologo, antropologo darwiniano, Paolo Mantegazza fu un instancabile organizzatore e divulgatore di cultura. Con il romanzo L'anno 3000: sogno (1897) è anche considerato uno dei precursori ottocenteschi della fantascienza italiana.
Pubblichiamo oggi un interessante racconto di Dorothy Parker: "Ma quello alla mia destra" letto da Paola Scotto di Tella del Comitato di Quartiere Grottaperfetta, che ringraziamo per aver aderito alla nostra iniziativa.
Il racconto è tratto dalla raccolta Giochi di Società. Anche questa volta, speriamo che quello che vi proponiamo sia uno spunto per conoscere un libro, un autore e creare in voi curiosità ed interesse.
Le immagini che accompagnano la lettura sono scelte dal prof. Sirio Corinaldesi che ringraziamo per la carica positiva che sta donando per la riuscita di questa iniziativa.
Buon ascolto dalla vostra Biblioprof.
Dorothy Parker
Orfana di madre fin dalla primissima infanzia, Dot crebbe nell'Upper West Side di New York. A dispetto della sua origine ebraica da parte di padre, e dell'estrazione protestante della sua matrigna, fu mandata al collegio cattolico del Santissimo Sacramento. A 9 anni perse la matrigna e nel 1912 morì anche suo zio, Martin Rothschild, nell'affondamento del Titanic. Infine, perse anche il padre nel 1913. Nonostante il cognome, non v'era parentela alcuna con i famosi banchieri Rothschild e la stessa Dorothy ammise sempre di sentirsi a disagio nel portare un cognome ebreo in un periodo in cui persino l'America non era immune dall'antisemitismo.
Fino a 21 anni le sue principali entrate vennero dal lavoro di pianista in una scuola di danza, finché, da poetessa autodidatta, si fece notare da Vanity Fair, periodico al quale vendette un suo componimento. Alla fine del 1914 fu assunta da una testata dello stesso gruppo editoriale di Vanity Fair, Vogue, come assistente editoriale. Nel 1917 conobbe e sposò Edwin Pond Parker II, un broker alla Borsa di New York, inviato subito dopo il matrimonio al fronte in Europa per la Grande Guerra. Nel frattempo Dorothy si trasferì a Vanity Fair come critico teatrale, all'inizio come rimpiazzo di P.G. Wodehouse: fu questo l'inizio della sua carriera. Conobbe Robert Benchley, del quale divenne amica intima, e Robert E. Sherwood. La compagnia iniziò a pranzare all'hôtel Algonquin (un albergo sito in una traversa tra la Quinta e la Sesta strada di Manhattan, famoso per essere il ritrovo di artisti vari, scrittori, intellettuali e giornalisti) insieme ad altri membri fondatori della cosiddetta Tavola rotonda dell'Algonquin.
Dorothy Parker ha notevolmente influenzato la cultura americana del suo periodo, e la sua eredità si sente ancora ai giorni nostri. A titolo d'esempio, il suo nome appare su una canzone di Prince (The Ballad of Dorothy Parker) e nel 1994 uscì un film ispirato alla vita di Dot e dei suoi amici dell'Algonquin, Mrs. Parker e il circolo vizioso (Mrs. Parker and The Vicious Circle, diretto da Alan Rudolph).
Nel 2006, la commediografa romana Valeria e Moretti e la regista francese Rachel Salik le hanno dedicato una brillante commedia "Hotel Dorothy Parker", andato in scena al Théâtre les Déchargeurs, che è rimasto in cartellone sei mesi. Protagoniste, sei attrici: Geneviève Mnich, Susanne Schmidt, Sylvie Jobert Yvette Caldas, Betty Bussmann E Gonzague Phélip.
Cari ragazzi delle classi quinte, vi dedichiamo questa lettura per salutarvi. E' stato un anno particolare, e voi farete un esame di maturità diverso dal solito.
Cercate però di mettere questo periodo tra i vostri ricordi insoliti, non tra quelli negativi. Su questo vi chiedo di ascoltare meno i media in genere e più l'esperienza e la Storia.
Dopo l'ascolto segue pippone* della vostra Biblioprof.
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*Dicesi pippone è un discorso lungo, pesante e noioso, pronunciato da una persona solitamente in maniera unidirezionale, ovvero senza una risposta, o possibilità di risposta, da parte di chi ascolta.
Ed ora lascio la parola al prof. Corinaldesi
Ecco il pippone
Se il Covid19 ci ha tolto qualcosa, noi che abitiamo a Roma, dobbiamo anche pensare che solo per fortuna nostra, l'epidemia non è iniziata nella nostra Regione. Dobbiamo essere vicini a chi ha perso i propri cari, a chi ha tanto sofferto nelle regioni più colpite. Dobbiamo ringraziare chi si è sacrificato per noi e chi ci ha supportato. L'epidemia-pandemia è stata paragonata ad un periodo di guerra. Ringraziamo allora del fatto che ci sta lasciando con palazzi intatti e nessuno si è dovuto rifugiare in cantina durante incursioni aeree. Che il cibo non ci è mancato, che le fabbriche sono ancora in piedi. Ci riprenderemo e più velocemente che se ci fosse veramente stata una guerra. Ma ricordate che il nemico è invisibile e ci dà false sicurezze. Che passare a Fase 2 non significa che il virus non è più tra noi, anzi, abbiamo imparato nel frattempo che i portatori sani lo possono diffondere anche per un mese e più senza saperlo.
E quindi dobbiamo dirvi quest'anno "Stay Safe and don't be Foolish" invece che augurarvi To Stay Foolish come fece Steve Jobs anni fa ad una classe di laureandi.
Ma quel "Stay Foolish" di allora, quello che significa sii disponibile ad accettare un po' di rischio nel pensare e progettare la tua vita e il tuo lavoro, quello ve lo auguriamo eccome!
Vi raccomandiamo invece, permettetecelo, perché vi vogliamo bene, di stare attenti al nemico invisibile, di mantenere davvero le distanze perché fase 2 e fase 3 non significano affatto che il virus non c'è più, ma che l'economia doveva continuare a girare. Ed il viso conosciuto di una persona buona, di un parente, di un amico, di cui ci fidiamo non è garanzia di salute, purtroppo. Quindi distanza e mascherina, niente movida e tanta prevenzione ancora. Stay Safe!
E per finire vi dedichiamo una canzone di Alice Cooper che è un must.
La Cometa Hyakutake è passata molto vicina alla Terra nel marzo 1996, facendo registrare uno degli avvicinamenti cometari più prossimi al nostro pianeta degli ultimi 200 anni.
La cometa raggiunse il suo culmine di luminosità solo per pochi giorni, apparve molto luminosa nel cielo notturno e fu vista da un gran numero di persone in tutto il mondo.
È stata denominata come la Grande Cometa del 1996.*
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti descrive le sue sensazioni nel guardarla nel libro uscito nel 1998.
Non credo servano altre parole di presentazione.
Legge il brano la collega e amica Irene Marcarelli, che ringraziamo tantissimo, sia per la proposta che per l'ottima lettura. Speriamo come di consueto di aver incuriosito i ragazzi e promosso la lettura di questo libro e di tanti altri.
Jovanotti
cantautore, rapper e disc jockey italiano.
Diventa famoso alla fine degli anni ottanta. Dalla commistione di hip hop dei primi successi, tuttavia, Jovanotti si discosta ben presto avvicinandosi gradualmente al modello della world music (sempre interpretata in chiave hip hop e funky). All'evoluzione musicale corrisponde un mutare dei testi dei suoi brani, che, nel corso degli anni, tendono a toccare temi sempre più personali, più tipici dello stile cantautorale italiano.
Parallelamente aumenta anche il suo impegno sociale e politico. Pacifista attivo, ha frequentemente collaborato con associazioni come Emergency, Amnesty International, Lega anti vivisezione, Nigrizia e DATA, ha contribuito alle manifestazioni in favore della cancellazione del debito negli anni novanta e successivamente ai movimenti Niente scuse e Make Poverty History, partecipando al Live 8. L'impegno di Lorenzo non finisce qui [e la sua carriera si sviluppa in modo sempre più poliedrico]+.