mercoledì 24 giugno 2020

Leggiamo ad Alta Voce - Il biglietto da visita


Come chi ci ha seguito assiduamente saprà, durante il periodo di  "lockdown", tra le tante letture che siamo riusciti a fare o ricevere, ce ne sono alcune,  che ci sono arrivate dal nostro quartiere tramite il  "Comitato di Quartiere Grottaperfetta" questa in particolare è una lettura di una farsa di Achille Campanile, letta dalla Compagnia "I  Grotteschi" formata da Daniele D'Amico, Maria Paola  Barbieri, Elizabeth Vuillemin e Carlo Petrini.
Achille Campanile è certamente tra gli autori italiani uno dei più interessanti e che a chi vi scrive piace moltissimo. Il suo umorismo asciutto ed arguto, puntuale e preciso, che rende nelle sue opere alcune situazioni surreali, è di un'eleganza straordinaria. Ripassate qui da noi, perché I Grotteschi, che ringraziamo, hanno in serbo per voi ancora delle altre brevi chicche.
Cogliamo qui l'occasione per ringraziare anche il Presidente del Comitato di Quartiere Grottaperfetta per la sua fattiva collaborazione che ha reso questa iniziativa congiunta possibile.
Non solo come Bibliopoint di Biblioteche di Roma, la collaborazione con il territorio è qualcosa a cui noi teniamo.




Buon ascolto.

La vostra Biblioprof.



Achille Campanile
Scrittore italiano (Roma 1899 - Lariano 1977); ha collaborato a numerosi periodici occupandosi anche di cinema e di televisione. Il suo umorismo, quando non inclina al malinconico e al crepuscolare, attinge felicemente e senza remore alla farsa e alla freddura, spingendo fino all'assurdo situazioni sentimentali e luoghi comuni. Dopo il grande successo iniziale e l'influenza sul giornalismo umoristico tra le due guerre, una rinnovata fortuna è toccata agli ultimi anni dello scrittore, che è stato considerato un precursore del contemporaneo teatro dell'assurdo, soprattutto per le Tragedie in due battute (raccolte definitivamente nel 1978 ma già note dai primi anni Venti) e per alcuni atti unici (Centocinquanta la gallina canta, 1924, e L'inventore del cavallo, 1925, messi in scena da A. G. Bragaglia, che ne coglieva la matrice futurista). Quasi altrettanto geniale il prolifico narratore: Ma che cos'è quest'amore?, 1927; Se la luna mi porta fortuna, 1928; Agosto, moglie mia non ti conosco, 1930; In campagna è un'altra cosa (c'è più gusto), 1931; Chiarastella, 1934; Il diario di Gino Cornabò, 1942; Viaggio di nozze in molti, 1946; Il povero Piero, 1959; Trattato delle barzellette, 1961; Manuale di conversazione, 1973; Gli asparagi e l'immortalità dell'anima, 1974; Vite degli uomini illustri, 1975; L'eroe, 1976. Postumo è comparso l'autobiografico Benigno, 1981.

Fonte EnciclopediaTreccani

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