lunedì 15 giugno 2020

Leggiamo a Alta Voce - Silenzio


La lettura di oggi, ci arriva da Carlo Petrini del Comitato di Quartiere Grottaperfetta, che ringraziamo per aver voluto aderire a questo progetto della Biblioteca Scolastica del Garibaldi "Luisa Panattoni".
Il rapporto con un ritrovato silenzio, è un tema davvero interessate. E' un altro di quei temi che il Covid19 ci ha proposto e chiesto di affrontare. Non tutti lo abbiamo vissuto allo stesso modo. Certo, dipende dalle nostre personalità. Alcuni di noi hanno apprezzato la mancanza di quasi tutti i veicoli sia per l'assenza di rumore che per la ritrovata pulizia dell'aria. Avete notato che per l'aria molto meno inquinata sono tornate le coccinelle? Questi piccoli insetti sono un indice della pulizia dell'aria oltre che essere protagonisti della lotta biologica degli insetti utili per combattere gli insetti dannosi, sapete? Sicuramente lo sapete!
Il traffico sparito, ci ha donato una città  diversa, nuova, silenzio e maggiore luminosità. Eppure ad alcuni quel silenzio è stato un peso. Un segno di solitudine. Non possiamo giudicare le reazioni umane. Non siamo tutti uguali. Certo è che come ci dice Carlo Petrini, tutto questo rimarrà nei nostri ricordi, qualcosa che racconteremo per spiegare cosa abbiamo vissuto. E oltre il silenzio la domanda che ci siamo fatti è stata: dentro quale evento siamo? Ne riusciamo a capire la portata mentre ne siamo dentro? Come cambierà, se cambierà la nostra vita. Sarà un cambiamento temporaneo o definitivo?
Ancora grazie a Carlo Petrini per le sue riflessioni.
Buon ascolto.

La vostra Biblioprof.



Questo post sarebbe dovuto uscire al massimo oggi pomeriggio.
Abbiamo un piano di lavoro, noi del trio, noi "quelli che la Biblioteca", che per ora ci vede impegnati ancora fino a tutto giugno con il materiale già pervenuto. Stavo quindi lavorando a questo post oggi  in mattinata, nel mio primo giorno di rientro a scuola dopo il lockdown per l'insediamento delle commissioni d'esame. Risolti insieme a Sirio alcuni problemi tecnici con Google che non mi faceva entrare nell'account che da casa avevo creato per gestire i video online - perché il signor Google voleva essere sicuro che, sebbene stessi usando il mio computer d'ufficio, fossi proprio io - mi accingevo a scrivervi e a fare l'upload del video quando sono stata convocata al primo piano (zona uffici, per intenderci), e mi è stato chiesto di risolvere un problema urgente: chiamare i maturandi al telefono per avvisare ciascuno della data del proprio esame. Non mi tiro mai indietro, anche se non è il mio lavoro, ma mi è dispiaciuto dover lasciare questo lavoro programmato ed infatti lo sto facendo ora. Sono le 22,08 al momento. Perché un insegnante rimane sempre un insegnante, e non guarda di solito l'orario di servizio. E' abituato a quello che nel mondo della scuola si chiama "il sommerso" cioè tutto quel lavoro, non conteggiato, non retribuito, che però è alla base di ogni lezione, oppure di ogni verifica, che sia formativa o sommativa. E' abituato, un insegnante, mentre è a casa a pensare, ideare, progettare, magari anche mentre cucina e quel tempo è per i suoi studenti ma nessuno lo conteggia. MA non sono sempre io quella che quando si organizzano eventi in Biblioteca neanche calcolavo se rimanevo in più? Quello che però mi è dispiaciuto di più è stato sentire dire che "la pizzottella"  (ma avrò sentito male?), "quella sparita" durante la pandemia (mica io? che ho lavorato da casa e sia i Colleghi che il Comitato di Quartiere i cui membri mi hanno contattato e trovato disponibile a qualunque ora anche quella di cena, ne sono testimoni) era stata convocata per chiamare gli alunni maturandi. Ma poi "pizzotella" che significa? Voi lo sapete?

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